Mag 31 2012

TERREMOTO: GRANDE SUD, SERVE PIANO STRAORDINARIO EDIFICI

Pubblicato da at 11:58 Categorie Editoriali

(ANSA) – ROMA, 31 MAG – “Piú grave del sisma è il comportamento di tutti o quasi nell’affrontare il problema terremoto con razionalità”. Lo afferma il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati Aurelio Misiti, già presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e direttore per un quinquennio di tutti i servizi tecnici dello Stato.
Per Misiti “l’errore piú grave che si possa commettere, e in passato è stato sempre (o quasi) commesso, sarebbe quello di amplificare sui media nei primi quindici giorni le dettagliate notizie relative alle vittime e agli immobili sbriciolati, per poi dimenticarsi quasi per sempre. L’altro errore da evitare, anche se meno grave, e in passato è stato sempre (o quasi) commesso – aggiunge -, è quello di avviare la ricostruzione con un impegno parziale di spesa rinviando il completamento a un tempo indeterminato. E’ arrivato il momento invece di cambiare profondamente l’approccio con un fenomeno naturale, abbastanza conosciuto dagli studiosi, le cui conseguenze sulle strutture e le infrastrutture indispensabili al vivere civile, vengono fronteggiate solo dopo l’evento e quasi mai prima. Occorre invece – prosegue – che l’intera classe dirigente del Paese e cioè la politica, il sindacato dei lavoratori e degli imprenditori, la cultura tecnico-scientifica e umanistica e le stesse comunità religiose a partire da quella cattolica, comprendano che gli effetti del terremoto sul “costruito” sono molto piú importanti dello stesso fenomeno naturale, e che bisogna ridurre al minimo o annullare i disastri”.
Per far ció “i governi a tutti i livelli – spiega l’esponente del movimento arancione – devono impegnare una parte consistente delle risorse economiche disponibili, utilizzandole come investimenti produttivi ad elevato reddito. Infatti l’esperienza degli ultimi centocinquanta anni ci insegna che le spese in termini di ripristino e la perdita di vite umane risultano inversamente proporzionali all’avanzamento della cultura tecnico-scientifica e manutentiva nell’industria delle costruzioni. Cioè a dire – aggiunge -: dove si è operato nel costruire immobili seguendo le normative antisismiche che man mano si sono affinate, a partire dalle prime misure adottate dopo il terribile sisma del 1908 nello Stretto di Messina, le conseguenze dei terremoti si sono ridotte notevolmente, tanto è vero che nei primi settantacinque anni di unità d’Italia si sono avute oltre centonovantamila vittime mentre invece nella seconda metà soltanto diecimila”.(ANSA).

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