Mar 31 2006

Prodi, il Papa e il Partito del Popolo

Pubblicato da at 19:25 Categorie Editoriali

Le provocazioni sul fisco del Ministro padano Tremonti, che vuole essere eletto dai calabresi creduloni, hanno provocato l’ira di Prodi, che ha parlato di “delinquenza politica”. Le due parole hanno provocato scomposte reazioni a destra e qualche mugugno a sinistra. Ma perché se la prendono tanto? Dire il falso è un reato. Prodi è stato prudente e ha aggiunto la parola “politica” e quindi la “delinquenza” è diventata solo virtuale. E’ opinione diffusa, infatti, che “politica” in genere è sinonimo di “reato non punibile”.
Il Papa continua la sua battaglia culturale per affermare l’etica cattolica nell’attività politica. Egli afferma con sicurezza teutonica: la vita, il matrimonio e l’educazione sono valori su cui il cattolico non può trattare. Il giovane De Gasperi, da parlamentare austriaco, aveva sostenuto gli stessi concetti del papa, lasciando però ampi spazi di manovra ai cattolici impegnati in politica.
La prima reazione dei “laici” è stata molto cauta; forse dopo le elezioni ci saranno commenti più sinceri.
A destra si pensa a una aggregazione di forze politiche da realizzare dopo il 10 aprile. Ma, così come a sinistra, le proposte dei singoli partiti non sono mai coincidenti. Berlusconi, Fini e Casini, e non parliamo di Bossi, hanno tre idee completamente diverse del partito unico da costruire. Ai calabresi, che stentano a sbarcare il lunario, che cosa può importare del partito del popolo italiano?

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