Giu 27 2008

Gioia Tauro: Berlusconi vuole chiudere l’Autorita’ portuale

Pubblicato da at 17:33 Categorie Comunicati Stampa

«Pochi giorni fa il Governo ha approvato un decreto legge, (n. 112/2008), in cui, all’art. 26, viene prevista la soppressione degli enti pubblici non economici, con una dotazione organica inferiore a 50 unità; tra questi enti vi è sicuramente l’Autorità Portuale di Gioia Tauro» – è quanto riferisce l’On. Aurelio Misiti di Italia dei Valori-

«Delle ventitrè Autorità attuali rimarrebbero in vita soltanto sette (Genova, Savona, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Trieste e Venezia) -continua Misiti – Italia dei Valori contrasterà in tutti i modi possibili una tale scelta suicida che, oltre al più grande porto del Mediterraneo, colpirebbe tra gli altri i porti della Sicilia, di La Spezia, Ancona e Ravenna. Chiederò al Governo di riferire immediatamente alla Commissione Trasporti affinché il Parlamento, con una sua decisione auspicabile unanime, possa ottenere l’esclusione di tutte le Autorità portuali dai tagli previsti dal frettoloso provvedimento.

Se ciò non dovesse accadere – conclude il deputato – IDV si opporrà con ogni mezzo parlamentare, compreso l’ostruzionismo».

Un commento

Una Risposta to “Gioia Tauro: Berlusconi vuole chiudere l’Autorita’ portuale”

  1. ugo puglieseon 28 Lug 2009 at 14:55

    Credo che sia la decisione più saggia che il governo possa prendere stante la totale inultilià dell’ente nella gestione dei porti e stante la lentezza e la burocrazia che blocca qualsivoglia inziativa. Mi viene da pensare che sotto tale atteggiamento ci sia la volontà politica di non fare per dar modo a qualche “imprenditore” “Società”, vicino a qualcuno, come è solito in Italia, di mettere le mani e distruggere quando si può costruire. Lo dico da apartitico e da apolitico e da italiano ormai sfiduciato da tutti i giochetti politici che mi possano davanti agli occhi. Inoltre mi viene da pensare al Ministro Brunetta quando tuona contro gli impiegati statali quando assito allibito davanti ad un impiegato che non si trova mai e quando, raramente lo si trova, è sempre impegnato in un altra cosa che non è quella che può riguardare quello che mi interessa (attenzione parlo di interessi della collettività e non privati o propri). Sono ormai sconcertato e capisco come in situazioni del genere la gente che intende lavorare onostamente e correttamente si allontani dall’Italia e da tutto il sitema. Grazie per avermi dato modo di sfogarmi e spero di leggere, presto, una risposta tecnica e non politica.
    Ugo Pugliese