Giu 21 2008

Lo “scippo” che Sicilia e Calabria combatteranno

Pubblicato da at 10:35 Categorie Editoriali

Gazzetta del Sud  21 giugno 2008

di Aurelio Misiti

La “compressione” della Lega Nord nella «zampogna» di Berlusconi ha provocato qualche varco in più punti esplodendo e liberandosi su tre questioni di importanza basilare per il Carroccio: l’Europa, il Mezzogiorno e la meritocrazia.

Eppure Bossi, per ottenere il federalismo fiscale in salsa tremontiana, ha zittito i colonnelli, spiegando loro che oggi l’Europa dei popoli non è una priorità; è prioritario invece il sistema fiscale federale.

I rifiuti napoletani però e le altre «nefandezze» – secondo il colorito linguaggio padano – dei principali esponenti di «Roma ladrona», servono bene al Carroccio per avvertire il cavaliere che, così facendo, non si va da nessuna parte: cancellata l’ICI, unica tassa federale, niente ronde padane, niente reato di clandestinità ma solo rospi da ingoiare; ebbene la Lega nel Nord vuole almeno un anticipo di federalismo fiscale e per ottenerlo concorda con Idv di votare un emendamento firmato Misiti, Monai e Piffari e chiede il sostegno a un suo emendamento che vuole la restituzione dei fondi straordinari alle casse dello Stato da parte delle regioni inadempienti. La maggioranza è stata messa in crisi e ha dovuto far ricorso al rinvio per evitare altre brutte figure. Il nostro emendamento, approvato a Motecitorio, impone al Governo di reclutare i dirigenti del commissariato rifiuti non con metodi clientelari ma ricorrendo a concorsi pubblici e ricercando dirigenti esperti per la sola durata dell’emergenza.

Si può notare, purtroppo, che nel Governo il ministro Brunetta predica bene e il sottosegretario Bertolaso razzola male. Egli cerca di promuovere i suoi fedelissimi sorvolando sulla meritocrazia e indugiando sul clientelismo. Il nostro messaggio di parlamentari calabresi è: «Signori! La prossima settimana sarà più calda, dopo la Campania ci sarà l’Ici».

Vi «pare bello» che, per finanziare l’Ici di tutta Italia, si “scippano” 1300 milioni di euro, già programmati per le strade della Calabria e della Sicilia?

A questo punto noi deputati calabresi diciamo: non solo ostruzionismo ma “dura lotta” parlamentare, a cui invitiamo anche i siciliani di ogni colore politico. Non ci accontenteremo di vacue promesse perché vogliamo il cambiamento di questa scandalosa copertura finanziaria. Se il Governo non trovasse di meglio che definanziare le infrastrutture proceda almeno a tagli proporzionali: 80% al Centronord e 20% al Centrosud.

Sarebbe comunque un’«orrida» scelta quella di spostare fondi di investimento a fondi di spesa corrente, ma almeno sarebbe uno «scippo» equo.


Un commento

Una Risposta to “Lo “scippo” che Sicilia e Calabria combatteranno”

  1. Raffaeleon 23 Giu 2008 at 18:16

    Salve Onorevole Misiti, sono Raffaele Castagnella, un ragazzo di Villa San Giovanni. Mi sono sempre interessato alle vicende della mia cittadina, e devo sottolineare come il taglio dei fondi destinati all’ammodernamento delle infrastrutture di Calabria e Sicilia per compensare la manovra ICI mi abbia toccato particolarmente. Non so come questo provvedimento possa influenzare le politiche infrastrutturali di Villa San Giovanni; si parla ovviamente di ponte, di spostamento a sud dell’approdo per le navi traghetto, di porticciolo turistico; tante cose e come sempre tanta confusione. Immagino già il ponte realizzato e la popolazione della costa ionica costretta a percorrere la pericolosissima statale, ioinca appunto, per arrivare tramite ponte in Sicilia…solo in Italia si possono concepire questi controsensi. Questi sono i risultati della politica populista della destra, del suo saper giocare sulla cattiva informazione delle persone ed un segnale di quanto la politica sia veramente distante dal popolo. Da dire che io sono favorevolissimo al taglio dell’Ici. Pagare una tassa per un qualcosa che si è conquistato con fatica e sacrificio, come la casa, è una cosa assurda ed indegna per una “Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Ma doveva essere questo il modo? So di comuni che sono riusciti negli anni ad abbassare l’imposta sulla casa; non si poteva fare una manovra progressiva tale da permettere ai comuni una previsione ed una compensazione della relativa voce di bilancio? Come accade spesso, in Italia vengono fatte azioni politiche giuste in momenti e modi sbagliati: una bella casa, con fondamenta inadeguate, sarà anche affascinante, ma sempre pericolante rimane!!