Gen 02 2008

Alitalia, dietro la “ribellione” del Nord soltanto motivazioni politico-elettorali

Pubblicato da at 21:21 Categorie Editoriali

Gazzetta del Sud
Scelta europea quella del Governo su Alitalia: è stata rispettata l’autonomia della società quotata in borsa, la quale, dopo una attenta e severa valutazione delle proposte, ha deliberato di trattare in modo esclusivo con Air France. I vertici di Alitalia, nominati proprio per privatizzare la società, hanno mostrato di essere buoni conoscitori del mercato mondiale dei cieli.
In base alle caratteristiche del mercato, il Continente europeo, per almeno un ventennio, avrebbe potuto avere quattro grandi compagnie aeree, facenti capo ai quattro grandi paesi. Purtroppo l’Italia, per responsabilità delle sue classi dirigenti, che si sono accorte troppo tardi del danno arrecato dalla presenza dei partiti nella gestione delle compagnie aeree, non è stata in grado di costituire il quarto polo. In Europa quindi si avranno solo tre gruppi: Air France, Lufthansa e British Airways. Presumibilmente alla prima si uniranno le attuali medie compagnie di Spagna, Portogallo e Italia, alla seconda le piccole di Svizzera, Austria, altre a quelle dell’Est e forse la stessa Air One; mentre con British Airways si potrebbero trovare Ryanair e le altre piccole inglesi. Se il Consiglio di amministrazione di Alitalia avesse scelto l’offerta di Air One e delle banche, è presumibile che entro un paio di anni si sarebbe posto il problema di confluire in una delle altre tre. Quindi la scelta anticipata di Prodi è giusta e saggia. Perché allora tanto rumore a Malpensa?
A mio modesto avviso esso è dovuto soltanto a motivazioni politico-elettorali.Infatti,dopo i tentennamenti dei primi giorni, si è sfilata Confindustria con il suo giornale, lasciando la bandiera della protesta a Formigoni e a Bossi. Essi, protestando così violentemente, mostrano di preferire la politica dell’assistenza a quella del libero mercato. Malpensa, paradossalmente è un aeroporto assistito e sostenuto dal Centro-Sud, infatti, gestisce quasi esclusivamente passeggeri provenienti da quel territorio, in quanto i lombardi a Malpensa preferiscono Linate e gli altri aeroporti della Val Padana. I politici che protestano non si rendono conto del fatto che ormai il mercato non si basa più sugli hub ma sui grandi aeroporti per trasferimenti di passeggeri e merci da città a città. Malpensa, chiuso Linate, diverrà un grande aeroporto senza essere hub.
Una menzione particolare meritano le posizioni dei leader sindacali, i quali hanno rappresentato una esigenza giusta di salvare l’occupazione, ma essi non hanno resistito al fascino di intervenire sulle autonome decisioni del Governo (azionista) e del CdA, preposto alla vendita delle azioni pubbliche. In questi casi sarebbe consigliabile rispettare l’autonomia delle federazioni di categoria, che in genere difendono proprio l’occupazione.
In verità anche gli imprenditori hanno preso un abbaglio.
Montezemolo si è sbilanciato troppo senza prima conoscere i piani industriali delle concorrenti mentre Bombassei si è inventato addirittura la perdita di 15 miliardi di Euro per la Lombardia a causa del ridimensionamento di Malpensa. Per fortuna hanno smesso di parlare sull’argomento.
Voglio infine dedicare una riflessione ad Air One e ai suoi manager, senza parlare delle banche e di Passera, perché non si è capito il perché del loro grande interesse per l’acquisto di Alitalia. I manager di Air One hanno operato molto bene, conseguendo buoni risultati. La dimensione raggiunta dalla società non ha consentito l’acquisto di una più grande compagnia aerea. Tuttavia il coraggio dimostrato nell’affrontare il rischio di un tale acquisto merita tutto il rispetto degli italiani. Siamo sicuri che Air One migliorerà ancora, entrerà nella IATA (Associazione internazionale delle compagnie aeree) e alla fine probabilmente entrerà nell’orbita del suo partner di riferimento che è Lufthansa, dove potrà ancora crescere. Di certo non avrà Malpensa come hub, in quanto Lufthansa è più rigida di Air France; ha scelto Francoforte e non ce n’è per nessuno anche se le città si chiamano Berlino, Monaco, Zurigo, Vienna, Milano o Roma.

on. Aurelio Misiti
Segretario Regionale di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it

Commenti disabilitati su Alitalia, dietro la “ribellione” del Nord soltanto motivazioni politico-elettorali

I commenti alla pagina non sono permessi.