Mar 20 2012

MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE SUL TAV TORINO LIONE

Pubblicato da at 12:36 Categorie Editoriali

La Camera,premesso che:

il corridoio Est-Ovest, di cui la Torino-Lione è componente essenziale, rientra nell’obiettivo di crescita inclusiva e sostenibile proprio dell’Unione europea, essendo fondamentale per la coesione fra gli Stati membri e quindi per la riduzione della marginalità fra i cittadini;

la decisione di riconfermare la Torino-Lione fra le opere strategiche sottolinea il complesso processo decisionale avviato negli scorsi anni e portato a compimento con l’Accordo firmato a Roma, il 30 gennaio 2012, tra i Governi italiano e francese, tale Accordo è solo l’ultimo di una serie di tasselli posti dal 1996 fino ad oggi per la realizzazione del progetto;

la decisione 1962/96/CE del 23 luglio 1996, con cui la Comunità europea ha delineato gli orientamenti per lo sviluppo di una rete di trasporto trans europea (TEN-T), rappresenta un fondamentale e primo passo verso il raggiungimento del suddetto obiettivo;

nel 2001 Italia e Francia hanno siglato un primo Accordo per la realizzazione di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione, successivamente ratificato dal Parlamento italiano e da quello francese. Nel 2003 il progetto preliminare viene consegnato dalla «Società per azioni semplificata» agli organi italiani competenti;

il progetto preliminare approvato dal CIPE prevede una realizzazione per fasi funzionali dell’infrastruttura, ossia la realizzazione del tunnel di base e gli interventi di adeguamento del nodo di Torino e solo in una seconda fase, qualora le dinamiche del traffico dovessero evidenziarne l’effettiva necessità, la tratta in bassa Valle di Susa;

l’importo dello opere verrà corrisposto per il 42,1 per cento dalla Francia e il 57,9 per cento dall’Italia, mentre l’Unione Europea potrebbe erogare fino al 40 per cento del costo complessivo;

l’opera è stata concertata con il territorio, tramite l’osservatorio che in sei anni ha tenuto 183 sessioni di lavoro e 300 audizioni;

la tratta costituisce un investimento strategico per il futuro dell’Italia in termini di maggiore competitività, di abbattimento delle distanze, di prospettive di sviluppo, in quanto il progetto porterà vantaggi economici agli operatori individuali e alle imprese, tanto che si stima che l’insieme dei benefici netti generati compenserà il costo dell’investimento e della gestione dell’opera;

la Francia è più avanti dell’Italia sui lavori di scavo, dove sono state realizzate le discenderie di 9 chilometri di lunghezza;

l’attuale collegamento ferroviario Italia-Francia, che raggiunge quota 1250 metri sul livello del mare, risulta essere una linea fuori mercato;

i cantieri per la nuova linea comporteranno duemila assunzioni dirette e quattromila occupati indiretti nonché a regime cinquecento posti di lavoro stabile in Italia;

la riduzione annuale di emissioni di gas CO2 corrisponde alle emissioni di una città di trecentomila abitanti;

il suolo occupato a regime dalla nuova tratta è metà di quello consumato dal comune di Vaie, il 30 per cento di quello consumato dal comune di Bussoleno e il 25 per cento meno di quello consumato dal comune di Susa e corrisponde alla quantità media consumata in un anno dal comune di Avigliana;

sono stati eseguiti 220 sondaggi per un totale di 64mila metri con risultati che escludono pericoli per la salute, in quanto la presenza di radioattività o di amianto risulta essere dello stesso ordine di grandezza di quanto trovato già in altre gallerie, come il Gottardo, e che le misure di sicurezza saranno dello stesso tipo;

tutti gli 87 comuni francesi e la stragrande maggioranza di quelli italiani non si sono opposti all’opera eccetto i due contrari di Chiusa San Michele e Sant’Ambrogio di Torino con 6500 abitanti;

nel 2006, con il proposito di assicurare una più ampia partecipazione alle comunità locali, viene deciso di stralciare il procedimento dalla «Legge Obiettivo» riconducendolo alla procedura ordinaria dell’articolo 81 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977, relativo alle opere di interesse statale, come si evince da un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi del 29 giugno 2006, consentendo così che, da quella data in poi, ogni comunità locale avrebbe potuto impedire la costruzione della linea ferroviaria nel proprio territorio,
impegna il Governo:
a valutare la possibilità di applicare le norme contenute nella legge 21 dicembre 2001, n. 443 per facilitare la realizzazione dell’opera voluta dall’intera regione e dal Paese nel suo insieme;

a reperire i fondi necessari per realizzare gli investimenti relativi al nodo di Torino, previsti dall’accordo Stato-Regioni del 28 giugno 2008 e dall’atto aggiuntivo del 23 gennaio 2009.

(1-00944)
«Misiti, Fallica, Grimaldi, Iapicca, Miccichè, Pittelli, Pugliese, Soglia, Stagno d’Alcontres, Terranova».

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