Giu 13 2008

L’Alitalia rischia di imboccare un vicolo cieco

Pubblicato da at 19:19 Categorie Editoriali

Gazzetta del Sud
La salvezza e il rilancio della compagnia Alitalia sono legati a una procedura di vendita trasparente. La Camera dei Deputati, dopo un dibattito vivacissimo in cui le  opposizioni (IDV, PD e UDC) si sono trovate unite, ha approvato la legge di conversione  del decreto del Governo che assicura denaro fresco alla compagnia in difficoltà, nonostante la posizione ambigua della maggioranza, dovuta alla contrarietà della Lega Nord, che avrebbe preferito aiutare Malpensa e non Alitalia.

E’ veramente grave che l’attuale Governo, dopo aver fatto fallire l’asta indetta dal Governo Prodi, non sia riuscito ancora a trovare alcuna soluzione credibile, come invece, in campagna elettorale, aveva annunciato il presidente Berlusconi. La dura battaglia emendativa di IDV ha consentito di unificare tre decreti legge, che viaggiavano su binari divergenti, tanto è vero che il Governo ha dovuto far ricorso ad un mio  emendamento per scrivere la parte essenziale del decreto, come  ha riconosciuto in Aula il ministro Vito. Noi di Italia dei valori avremmo voluto che la copertura finanziaria fosse  assicurata riducendo i costi della politica (rimborsi ai partiti, finanziamenti ai giornali di partito, abolizione delle comunità montane, riduzione dei consigli di amministrazione negli Enti locali e delle circoscrizioni delle città con meno di 200.000 abitanti). Il Governo non ha accettato le nostre proposte, che comunque  ripresenteremo al Senato, ma ha preferito ridurre i contributi alle piccole e medie imprese e al sostegno delle fasce più deboli della popolazione.

Nella seconda parte del decreto sono state previste deroghe alle leggi sulle privatizzazioni, sfiorando in più punti un grave conflitto di interessi, che si può concretizzare quando l’ Advisor Banca Intesa sceglierà l’acquirente.

Intanto la Commissione europea ha avviato una indagine per verificare se il prestito ponte è un aiuto di Stato.

In passato altre compagnie come British e Air France  hanno basato i loro risanamenti di bilancio sugli aiuti di  Stato e  continuano a riceverne per le tratte verso i territori d’ oltremare.

Su Alitalia ha influito negativamente l’influenza dei partiti e quindi essa non ha potuto invertire la tendenza del declino, che si è accentuata dopo l’attacco alle Torri Gemelle di New York.

Altra influenza negativa è stata quella dalle compagnie low-cost, le quali usufruiscono di un trattamento di riguardo nel nostro Paese.

Ricordo che nei primi decenni di questo secolo le modalità globali di  viaggio saranno ancora legate all’aeronautica e pertanto un grande paese come l’Italia,  secondo mercato europeo dei passeggeri, non può non dotarsi di una compagnia aerea per raggiungere i milioni di italiani nel mondo e per divenire uno strumento fondamentale di sviluppo.

Possiamo solo immaginare gli scenari futuri ma non li conosciamo. Certo l’Europa sarà sempre più una grande Nazione e probabilmente le compagnie aeree subiranno radicali trasformazioni. L’Italia deve essere in condizione di partecipare a queste trasformazioni, ma di fatto oggi siamo tagliati fuori.

Il  responsabile di questa scelta, nel bene e nel male, è stato l’attuale presidente del Consiglio; egli si deve assumere la responsabilità e agire per recuperare.

On. Aurelio Misiti
Segretario regionale IDV Calabria

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